Do Not Go Gentle Into That Good Night
Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.
Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.
Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.
Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.
Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.
And you, my father, there on that sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.
Dylan Thomas
Soldini Maurizio: "UOMO - poemetto di bioetica"
ReplyDelete25 settembre 2010
LietoColle - Collana Aretusa
L’uomo è un enigma del mondo, forse l’enigma più grande. L’uomo è un enigma né come animale, né come essere sociale, né come parte della natura o della società, ma come persona, precisamente in quanto persona. Tutto il mondo non è niente rispetto alla persona umana, al solo volto dell’uomo, al solo destino dell’uomo. L’uomo attraversa un’agonia, vuole sapere chi è, da dove viene e dove sta andando.
Nikolaj Berdjaev
PRELUDIO
a Thomas Stearns Eliot
S’inerpica sul sicomoro
per schiudere orizzonti
e vendicare la carne fragile
che inombra di corruttele
gli sguardi che preludono
alle fredde geometrie del corpo.
La vita si spoglia dell’anima
si scolma di verdi fronde
di un eterno in croce
di luminose spiagge
siderali di desideri
asciutti di speranza
nel legno che lo accoglierà
sarcofago per sempre
(si fa per dire)
fintanto che si sgretola
di polvere e di cenere.
Satura di conchiglie
una marea di bacche
tracimerà sodale di pioggia
rossa azzurra e oro
a imperituro gioco di sopravvivenza.
IN MEDIAS RES
I
Se attendi la speranza sui giacigli
fatti di fresche frasche di rugiada
guardando in alto sulle fronde verdi
negli alberi di chiome folte e rade
e si apre un cielo di bellezza azzurra
ripensi agli attimi di storia già passati
nella memoria trasparente del tuo DNA.
IV
Tu fosti un incipit un po’ strano
eri una cellula cresciuta nell’amore
e ti cibasti di un pasto già mangiato.
Volavi nel deserto sconfinato
e aspettavi di vedere il sole
di misurare i tuoi polmoni
all’aria aperta di dolori
colori avresti visto con la nascita
col pianto avresti accolto
la comparsa sulla terra nuda.
XVI
Ma il corpo chissà
chissà l’anima se un giorno
ti lasceranno spoglio.
Chissà quale giglio
nascerà sul filo
di un’anima
che attarda il confine
di schiere di sogni.
IN LIMINE MORTIS
Si china sul soffio di luce
tenendo per mano un sottile
sorriso che offre ogni volta
a chi piange di arsura per lui
che bagna il suo volto e il cuscino
di affanni e tristezze violacee
Solleva il calore di un sole
più nuovo se guarda nel fiume
dei pensieri che adombra
nell’ombra la fine
Si spiana d’altronde felice
una musica fatta di viole
che aprono al verde profumo
di un’aria migliore
Ancora un istante di tenebra,
e quindi la luce perpetua
http://www.lietocolle.info/it/soldini_maurizio_uomo_poemetto_di_bioetica.html